BLACK BRIDE
with Serenella Falotico
ATTO I
Calò il buio negli occhi.
Calò il buio sulla bellezza
di tutte le cose passate e presenti.
Il futuro si vestì di paura e il velo le coprì il capo a proteggerla.
La protea fu l'oracolo che parlò del cambiamento.
Maledetta sia la serpe che la bocca degli uomini avvelena.
Meschina fu la sorte che le rubò il sorriso,
meschina fu la nebbia che il cuore le ebbe intriso.
ATTO II
Shhh. Piano, fai piano giovane sposa dal viso di cera.
La gente non deve vederti.
La gente non deve sentirti.
Lascia che il dolore ti scorra dentro,
ti pervada il cuore,
ti faccia perdere il senno
ma fai piano, la gente non deve sapere.
La solitudine ti farà compagnia
il grano di giugno non sarà più nutrimento,
vento e pioggia disegneranno il tuo viso
nascondendo ogni traccia di godimento.
ATTO III
É così che cominciò il mio periodo di vedovanza
con una pellicola, un rossetto e dei tacchi a spillo.
Non avevo una tomba su cui piangere
ma solo una vecchia vita da seppellire
insieme all'abito bianco e parole vuote da dimenticare.
É così che cominciò il percorso verso una vita nuova
con una pellicola, un rossetto e dei tacchi a spillo.
Serenella Falotico
La fine di una storia, sia essa una relazione amorosa o familiare, porta con sé un lutto, un'elaborazione necessaria in cui bisogna fare i conti con la mancanza.
Il progetto nasce insieme a Serenella Falotico, ideatrice, modella e scrittrice dei versi che accompagnano questi scatti.
Realizzati a Pietrapertosa, un paese dell'Appennino lucano, le foto sono anche un rimando ad un certo cinema italiano degli anni '50 e '60, dai film di Pietro Germi a quelli più malinconici di Pietrangeli e De Sica.
In questa direzione si è scelto di scattare buona parte delle foto in pellicola bianco e nero, proprio per restituire quel tono poetico che solo un certo cinema ha saputo realizzare.